Glossario
Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) garantisce alle persone non autosufficienti o in condizioni di fragilità, l’assistenza sanitaria a domicilio, attraverso l’erogazione delle prestazioni mediche, riabilitative, infermieristiche e di aiuto infermieristico necessarie e appropriate in base alle specifiche condizioni di salute della persona. Le cure mirano a stabilizzare il quadro clinico, a limitare il declino funzionale e a migliorare la qualità della vita della persona nel proprio ambiente familiare, evitando per quanto possibile, il ricorso al ricovero ospedaliero o in una struttura residenziale. In ogni caso la ASL assicura la continuità tra l’assistenza ospedaliera e l’assistenza territoriale a domicilio.
La segnalazione del bisogno di cure domiciliari può essere presentata da chiunque (paziente, familiare, caregiver, medico, ecc.) presso gli sportelli dedicati che hanno sede nei Distretti. Il servizio si attiva su richiesta del medico di medicina generale (MMG), la valutazione del bisogno avviene al domicilio della persona durante la prima visita, viene predisposto un Piando individuale di assistenza, che contiene gli esiti della valutazione, gli oboettivi di cura della persona, la tipologia e frequenza degli inteventi domiciliari necessari.
È un programma di attività fisica adattata per specifiche alterazioni dello stato di salute, caratterizzata dalla partecipazione a gruppi di attività motoria, seguendo protocolli della ASL di riferimento. Non è un'attività sanitaria e prevede il pagamento di una tariffa minima stabilita a livello regionale (Delibera Regionale n. 400 del 5 Aprile 2013).
Sono disponibili due tipologie di programmi:
- Programmi "Alta Funzione": sono disegnati per persone che si rivolgono frequentemente al Sistema Sanitario Nazionale (MMG, Specialisti Ortopedici, Fisiatri, ecc.) per sindromi algiche croniche (esempio mal di schiena, mal di collo ecc.).
- Programmi "Bassa Funzione": sono disegnati per persone con esiti stabilizzati di eventi acuti (ad esempio fratture di femore, eventi cerebrovascolari, ecc.) con limitazioni della capacità motoria.
I programmi AFA sono promossi e coordinati dai Distretti Sociosanitari che esplicitano, per ciascuno di essi, le modalità di accesso, coordinamento, enti erogatori e sedi di erogazione, organizzazione, verifica di sicurezza e qualità.
Possono collaborare alla realizzazione dei progetti AFA soggetti profit e no-profit vocati all'attività motoria ed allo sport.
I soggetti competenti alla conduzione dei gruppi AFA sono i Laureati in Scienze Motorie e Diplomati ISEF o Laureati in Fisioterapia. Ogni istruttore deve aderire rigorosamente ai programmi di esercizio concordati con la ASLdi riferimento.
L’attività fisica adattata viene effettuata in vari punti autorizzati (quali palestre, sedi di circoli ricreativo-culturali, piscine, locali di uso pubblico ecc.) distribuiti sul territorio dei Comuni appartenenti ad ASL3 Genovese.
Si prevede il pagamento di una tariffa minima a carico del fruitore; la quota di riferimento per la partecipazione a ciascuna tipologia di programma AFA è definita dalla Regione, in accordo con le associazioni degli utenti e degli erogatori, ed è valida per tutte le sedi di erogazione.
L’affidamento familiare è un istituto giuridico che ha la funzione di accogliere un bambino o un adolescente in una coppia sposata ma anche convivente, con o senza figli, o da parte di un single, se la famiglia di origine debba affrontare una situazione di difficoltà.
L’affidamento dura per il periodo nel quale resta la causa di impedimento.
In questo modo, si garantisce al minore di abitare in un ambiente idoneo, con persone che siano in grado di provvedere al suo mantenimento, all’educazione, all’istruzione e alle relazioni di affetto delle quali necessita.
Esistono più tipi di affidamento, ognuno capace di rispondere alle diverse necessità del bambino e della sua famiglia.
Le caratteristiche dell’affidamento familiare sono la temporaneità, il mantenimento dei rapporti tra il minore e la famiglia di origine e la previsione del rientro dello stesso nel suo nucleo familiare quando cessa la causa di impedimento.
L’amministratore di sostegno è una figura istituita per quelle persone che, per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.
Gli anziani e i disabili, ma anche gli alcolisti, i tossicodipendenti, le persone detenute, i malati terminali possono ottenere, anche in previsione di una propria eventuale futura incapacità, che il giudice tutelare nomini una persona che abbia cura della loro persona e del loro patrimonio.
L'attività è finalizzata alla presa in carico di persone disabili nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 64 anni, residenti nell'ambito territoriale della Regione Liguria.
L’Ambito Territoriale Sociale (ATS) è un’aggregazione intercomunale i servizi sociali secondo quanto dettato dalla Legge 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” e dalla Legge Regionale 6 maggio 2014 n. 13 “Riordino del sistema integrato di interventi e servizi sociali”.
Con il termine Care Leavers si intendono i minori che vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un Provvedimento dell’Autorità Giudiziaria e che, al compimento della maggiore età, ad eccezione di alcuni casi, si trovano a dover lasciare la comunità di accoglienza oppure a terminare l’affido eterofamiliare, e dunque a perdere la presa in carico da parte dei servizi che li hanno accompagnati fino a quel momento.
Le Comunità Alloggio ad Utenza Psichiatrica (CAUP) sono strutture residenziali che offrono interventi terapeutici riabilitativi finalizzati al recupero dell'autonomia personale e relazionale.
Il CDCD è il luogo dove viene effettuata la prevenzione, la diagnosi e la cura dei disturbi cognitivi e rappresenta altresì il luogo di coordinamento di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel processo di cura e assistenza del paziente in stretta correlazione con i diversi aspetti di vita.
I Centri antiviolenza sono strutture in cui sono accolte, a titolo gratuito, le donne di tutte le età e i loro figli minorenni, le quali hanno subito violenza o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza, indipendentemente dal luogo di residenza.
Centri Diurni sono servizi semiresidenziali rivolti ad anziani del territorio, con vario grado di non autosufficienza, che, per il declino funzionale e/o cognitivo, esprimono bisogni non sufficientemente gestibili al domicilio, ma non ancora tali da richiedere un ricovero in una struttura residenziale socio-sanitaria. L’inserimento in un centro diurno consente quindi all'anziano di mantenere la serenità che deriva dal conservare il proprio domicilio, pur usufruendo di un servizio il cui compito generale è quello di fornire un sostegno integrato alla vita quotidiana orientata alla valorizzazione delle funzioni residue, agli interventi di tipo occupazionale e all’animazione.
All'interno del Centro Diurno vengono inoltre svolte attività di recupero funzionale sia motorio che occupazionale e cognitivo.
Sono presenti due tipologie di centri diurni:
- primo livello: sono rivolti ad anziani in condizioni di limitata autonomia fisica in cui il disturbo cognitivo non rappresenta il problema dominante
- secondo livello: rivolti ad anziani affetti prevalentemente da patologie psicoinvolutive severe, il cui grado di non autonomia è determinato dal deficit cognitivo
L'orario di apertura dei centri diurni (di norma 12 mesi l'anno) è da 7 a 10 ore giornaliere per almeno 5 giorni alla settimana.
Il Centro Giovani è un servizio in cui opera una equipe multidisciplinare competente nelle tematiche di educazione e promozione della salute sessuale, relazionale, affettiva e riproduttiva dei giovani tra i 14 e i 21 anni.
È un ambulatorio dedicato all’autismo in età adulta con competenze che vanno dalla valutazione diagnostica e definizione del profilo funzionale, all’individuazione e programmazione di interventi riabilitativi individualizzati, a interventi di sostegno alle famiglie, a attività di consulenza per gli operatori.
La Comunità alloggio è la soluzione residenziale alla quale si ricorre quando, per persone in particolari condizioni esistenziali, sia impraticabile o improponibile l’ambiente familiare di appartenenza o l’affido familiare, nel caso di minori o di diversamente abili, e non sia necessario il ricorso a soluzioni residenziali particolarmente protette. La comunità alloggio è un ambiente strutturato di vita, temporaneo, caratterizzato da un clima di interrelazioni che permetta la manifestazione di comportamenti differenziati o autonomi, ma ancorati a motivazioni personali o di gruppo, nonché di progetti articolati e realistici riguardanti l’organizzazione della vita di ognuno.
I consultori familiari sono delle strutture socio - sanitarie pubbliche nate per rispondere ai vari bisogni della famiglia, della donna, della coppia, dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il contrassegno disabili è un tagliando con il simbolo grafico della disabilità che permette alle persone con problemi di deambulazione e ai non vedenti di usufruire di facilitazioni nella circolazione e nella sosta dei veicoli al loro servizio, anche in zone vietate alla generalità dei veicoli.
Si tratta di una speciale autorizzazione che, previo accertamento medico, viene rilasciata dal proprio Comune di residenza.
Il contrassegno ha la durata di cinque anni, anche se la disabilità è permanente. Quando i cinque anni sono scaduti, può essere rinnovato.
Può essere rilasciato anche a tempo determinato nel caso di invalidità temporanea del richiedente.
Il Centro di Salute Mentale (CSM) è il centro di primo riferimento per i cittadini con disagio psichico. Coordina nell’ambito territoriale tutti gli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione dei cittadini che presentano patologie psichiatriche. Al Centro fa capo un’équipe multi-professionale costituita almeno da uno psichiatra, uno psicologo, un assistente sociale e un infermiere professionale.
Per cure palliative si intende “l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”
Le cure palliative, quindi, sono quell'insieme di cure, non solo farmacologiche, volte a migliorare il più possibile la qualità della vita sia del malato in fase terminale che della sua famiglia.
Il custode sociale è un operatore sociale che supporta i cittadini fragili favorendone l’accesso ai servizi di prossimità.
Il servizio è rivolto ai cittadini fragili segnalati dai servizi sociali del distretto di residenza.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.
I disturbi del comportamento alimentare sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione.
Le dimissioni ospedaliere protette rappresentano il passaggio programmato e concordato di un paziente dal ricovero in ospedale ad un altro setting assistenziale. La dimissione protetta Si applica in accordo con il paziente e prevede un coordinamento tra il medico curante e i servizi sanitari del territorio di appartenenza.
Il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze è organizzato a livello distrettuale e si occupa dei bisogni di salute mentale della popolazione residente nel territorio di competenza. Promuove la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del disagio psichico e dei disturbi mentali, nei soggetti di età superiore ai 18 anni.
Il distretto sanitario è la struttura operativa mediante cui l’Azienda Sanitaria Locale, in un definito ambito territoriale, governa la domanda sanitaria e organizza l’assistenza primaria erogata dai servizi territoriali.
Il distretto è titolare e assicura, attraverso i propri operatori, i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie, indirizzando la propria attività verso un’efficace politica di governo della domanda e di valutazione delle prestazioni erogate alla popolazione di riferimento.
Il Distretto Sociale rappresenta la sede della programmazione, della gestione dei servizi sociali organizzativamente complessi o per i quali il Distretto è la dimensione territoriale ottimale.
Il Distretto Sociale e il Distretto Sanitario costituiscono insieme il Distretto Sociosanitario con il compito di garantire l'operatività dell'integrazione sociosanitaria.
Con l'espressione “Dopo di noi” ci si riferisce al periodo di vita delle persone con disabilità severa successivo alla scomparsa dei genitori o familiari più prossimi.
Destinatari delle misure di assistenza, cura e protezione relative al “Dopo di Noi”, sono le persone con disabilità non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno familiare, in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l'adeguato sostegno genitoriale.
Obiettivo di massima del provvedimento è quello di garantire la massima autonomia e indipendenza delle persone con disabilità, consentendo loro, per esempio, di continuare a vivere - anche quando i genitori non possono più occuparsi di loro in contesti il più possibile simili alla casa familiare o avviando processi di deistituzionalizzazione.
I DSA sono disturbi che si manifestano nelle modalità di apprendimento, e che interessano alcune abilità specifiche che devono essere acquisite dai bambini in età scolare.
I disturbi specifici dell'apprendimento, che comprendono, dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia e, comportano la necessità, durante il percorso scolastico, di misure educative personalizzate in quanto interessano nella maggior parte dei casi le attività di lettura, scrittura e calcolo.
I DSA interessano bambini e ragazzi (ma anche adulti) che in genere non hanno disabilità cognitive, ma possono rendere o aver reso loro difficile la vita a scuola, se non vengono aiutati nella maniera corretta.
Un ente locale è un ente pubblico di governo o amministrazione locale la cui competenza è limitata entro un determinato ambito territoriale (ad esempio una circoscrizione).
Il Fondo per la Non Auto-Sufficienza (FNA) è costituito da risorse ministeriali destinate alla cura e all'assistenza delle persone non autosufficienti e disabili, adulti o minori, assistite a domicilio dai loro familiari oppure da personale di assistenza assunto. Le risorse del FNA sono destinate alla progettazione di interventi individualizzati volti a sostenere la domiciliarità attraverso la realizzazione di percorsi di inclusione sociale e di superamento dei rischi di emarginazione nei normali contesti di vita, e ove possibile mirano al mantenimento e sviluppo delle autonomie personali. (FRNA/Vita Indipendente)
Le informazioni sui criteri e sulle modalità di accesso al sostegno possono essere chieste ai distretti di competenza territoriale.
L’Housing First è un sistema di riduzione dell’homelessness (senza dimora) per persone che presentano problematiche complesse. Si occupa di sostenere le persone senza fissa dimora fornendo loro un’abitazione e un supporto nelle difficoltà quotidiane, di relazione, di salute e di lavoro.
L’infermiere di famiglia e comunità è un professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità, con conoscenze e competenze specialistiche nelle cure primarie e sanità pubblica.
Il suo ruolo è quello di promuovere salute, prevenzione e gestire nelle reti multi-professionali i processi di salute individuali, familiari e della comunità all’interno del sistema delle cure primarie.
Risponde ai bisogni di salute della popolazione di uno specifico ambito territoriale di riferimento (distretto) non solo erogando assistenza, ma attivandola e stabilendo con le persone e le comunità rapporti affettivi, emotivi e legami solidaristici che diventano parte stessa della presa in carico.
L’infermiere di famiglia e comunità svolge attività trasversali per accrescere l’integrazione e l’attivazione tra i vari operatori sanitari e sociali e le risorse sul territorio utili a risolvere i problemi legati ai bisogni di salute. L’Infermiere di Famiglia e di Comunità è il professionista responsabile dei processi infermieristici in ambito famigliare e di comunità, in possesso di conoscenze e competenze specialistiche nell’area infermieristica delle cure primarie e sanità pubblica. Agisce le competenze nella erogazione di cure infermieristiche complesse, nella promozione della salute, nella prevenzione e nella gestione partecipativa dei processi di salute individuali, familiari e della comunità, operando all’interno del sistema dell’Assistenza Sanitaria Primaria (34) 2. L’Infermiere di Famiglia e Comunità ha come obiettivo la salute e opera rispondendo ai bisogni di salute della popolazione adulta e pediatrica di uno specifico ambito territoriale e comunitario di riferimento e favorendo l’integrazione sanitaria e sociale dei servizi. Agisce in autonomia professionale, afferendo ai servizi infermieristici del Distretto di riferimento, in stretto raccordo con i servizi sanitari e sociali e con gli altri professionisti del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Progetto Meglio a Casa - Dopo un ricovero ospedaliero, finanziato dalla Regione Liguria, è un servizio di dimissione protetta tramite assistenza familiare rivolto a soggetti anziani, appena dimessi da un ricovero ospedaliero e ancora bisognosi di cure e assistenza.
Per neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (fascia di età 0-18 anni) si intende la disciplina medica che tratta lo sviluppo neuropsichico del bambino e dell'adolescente fino al diciottesimo anno di età. In particolare, vengono analizzate le problematiche relative a disturbi neurologici e i disturbi psichiatrici.
La Struttura Semplice Dipartimentale di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) si pone come servizio di riferimento per la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei disturbi del neuro sviluppo.
Il Piano Assistenziale Individualizzato è lo strumento di sintesi che raccoglie gli elementi della valutazione multidisciplinare nonché la volontà del beneficiario del piano stesso si concretizza nel progetto e individualizzato di assistenza il cui obbiettivo è quello di garantire il benessere psico sociale della persona.
Vi trovano spazio elementi di valutazione clinica, assistenziale, sociale, psicologica e linguistico-comunicativa, tutti integrati e condivisi con il nucleo familiare e/o con i caregiver del paziente, in modo da garantirne quanto più possibile la partecipazione nel processo di cura.
Gli obiettivi presenti nel PAI sono soggetti a verifica ed adeguamento periodico e per questo motivo è di fondamentale importanza la scelta di indicatori misurabili e quantificabili che possano garantire un costante monitoraggio degli interventi che sono stati attuati.
Per Vita indipendente si intende la possibilità, per una persona adulta con disabilità, capace di autodeterminarsi, di costruire, con il supporto di un’equipe integrata, un percorso individualizzato atto allo sviluppo delle proprie autonomie, favorendo così una maggiore qualità di vita
I progetti di Vita Indipendente sono finanziati in base alla delibera regionale n.1033/2016. Beneficiari dei finanziamenti sono:
- le persone disabili,
- con capacità di esprimere direttamente o attraverso un amministratore di sostegno, la propria volontà,
- di età compresa tra i 18-65 anni,
- in possesso della certificazione di gravità ai sensi dell’art.3 comma 3 per la della legge n. 104/92 per la disabilità fisica e art.3 comma 1 per la disabilità intellettiva
- con presentazione dell’ISEE per prestazioni sociosanitarie inferiore o uguale a 25.000,00 euro.
Il Registro degli Assistenti Familiari è un elenco che raccoglie i nominativi dei lavoratori/lavoratrici che intendono proporsi alle famiglie come assistenti familiari per svolgere attività di cura e assistenza alle persone non autosufficienti; consiste in una banca dati che contiene i dati personali, le esperienze lavorative, le preferenze sulle sedi e sugli orari di lavoro degli assistenti familiari, allo scopo di garantire l’incontro tra domanda e offerta.
La struttura protetta è una struttura residenziale che ospita persone anziane autosufficienti o con parziali disabilità. Svolge attività di accoglienza alberghiera, di animazione e socializzazione, con prestazioni di assistenza sanitaria di medicina generale, assistenza tutelare e, nel caso di ospiti parzialmente autosufficienti, assistenza infermieristica.
Le RSA sono strutture appositamente dedicate al sollievo e alla cura degli anziani. Vi si ricoverano ultrasessantacinquenni affetti da disabilità gravi che non possono essere gestite attraverso le cure al domicilio e l'Assistenza Domiciliare Integrata.
I Ser.T. sono i servizi pubblici del Sistema Sanitario Nazionale per le dipendenze patologiche, istituiti dalla legge 162/90. Ai Ser.T. sono demandate le attività di prevenzione primaria, cura, prevenzione patologie correlate, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.
La terapia del dolore ha l'obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone adulte affette da dolore, indipendentemente dalla sua eziopatogenesi, riducendone il grado di disabilità e favorendone la reintegrazione nel contesto sociale e lavorativo.
Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.
È il Giudice con competenza in materia sia civile che penale per un ambito territoriale detto circondario.
Il Tribunale ordinario giudica in composizione collegiale (tre giudici) e in composizione monocratica (un giudice singolo). Le sentenze del Tribunale ordinario sono impugnabili, mediante l'appello, davanti alla Corte d'Appello per motivi concernenti il fatto che ha dato origine alla causa (motivi di merito) e davanti alla Corte di Cassazione, mediante ricorso per cassazione, per motivi concernenti questioni di puro diritto (motivi di legittimità) o di attribuzione tra le varie giurisdizioni (motivi di giurisdizione). Il Tribunale ordinario esercita anche le funzioni di Giudice tutelare, oltre ad altre specifiche funzioni stabilite dalla legge.
Gli Uffici di Prossimità sono uffici che garantiscono ai cittadini un servizio di orientamento e di consulenza in materia di volontaria giurisdizione; il Servizio è integrato con risposte a domande sociosanitarie.
I cittadini, senza doversi necessariamente recare presso gli uffici giudiziari, possono trovare in un unico luogo servizi integrati e di facile accesso, diretti soprattutto alle fasce deboli.
Le unioni di comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni di norma confinanti, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza.
L'Ufficio relazioni con il pubblico è il punto di contatto dell'Ente con cittadini, imprese, associazioni, enti pubblici e privati.
È l'attività che viene esercitata dal giudice non per comporre una lite, ma nell'interesse di uno o più soggetti, per il rilascio di autorizzazioni, omologazioni, nomine, revoche, ecc. In genere il giudice adotta questi provvedimenti con decreto emesso in Camera di Consiglio.